LA MAGLIA
Per il ritorno all’attività agonistica la casacca torna ad essere più curata nei suoi dettagli. Aria nuova nei magazzini della Lazio in cui le divise riciclate degli anni precedenti, usurate e scompagnate, vengono sostituite con il nuovo materiale tecnico-sportivo. Si torna a giocare con casacche di stampo tradizionale, vestibilità aderente ed ampio collo “a V” bianco di ottima forgiatura. Viene applicata una doppia cucitura sul collo per unirlo alla maglia, al fine di donare maggior raffinatezza al capo. La tonalità di celeste è sempre ben marcata, tendente all’azzurro. Dopo molti anni i polsini non sono più bianchi ma in tinta con la maglia.
La stagione
Alla ripresa dell’attività sportiva il calcio italiano manifesta una forte crisi organizzativa ed economica. Le difficoltà nei trasporti, dovute a ferrovie, strade e ponti distrutti, rendono impossibili gli spostamenti delle squadre; pertanto si decide di dividere in due fasce le squadre di Serie A. Vengono stabiliti due gironi, uno del Nord e uno del Centro-Sud. In casa Lazio si registra la pesante assenza di Silvio Piola che era stato ceduto alla Juventus a seguito di una valutazione errata della sua età e del suo rendimento futuro, che spinge la dirigenza a considerarlo prossimo al ritiro. I nuovi acquisti, tra i quali segnaliamo il mediano Alzani ed il terzino Antonazzi, giocatori di ottimo livello, che diventeranno vere e proprie colonne di quella che sarebbe divenuta la famosa “difesa di ferro”. La Lazio a sorpresa non si qualifica per le finali nazionali.
La Rosa
Portieri: P. Colucci, Giubilo, Gradella. Difensori: Antonazzi, Carton, De Pierro. Ferri, Giambruno, Valenti. Centrocampisti: Alzani, C. Brunetti, Campodonico, Capponi, Del Pinto, Gualtieri, Fabbri, Manfré, Rosi. Attaccanti: Bertazzi, De Andreis, Di Gianvittorio, Koenig, Lombardini, G. Mancini, Manola, Modesti, Nicolich, Puccinelli, Tossio, Vettraino. Allenatori: Canestri, Gualtieri (poi subentrato) Cargnelli.
Curiosità
La Ditta Ancherani continua a fornire il materiale tecnico-sportivo alla S.S. Lazio ancora per qualche anno, fino a quando passerà il testimone ad un’altra azienda sportiva appena nata, ma che vede nel suo rappresentante un altro mito del calcio biancazzurro: trattasi di Uber Gradella.