Roma, 7 novembre 1973. La Lazio era impegnata nella gara di ritorno dei sedicesimi di finale di Coppa Uefa contro l’Ipswich Town. Si prospettava una missione impossibile per i biancazzurri. La partita di andata, disputata in Inghilterra, era terminata con il risultato clamoroso di 4-0 per gli inglesi. Al ritorno sembrava tutto perduto, inutile quasi giocare. Invece, in un Olimpico infuocato, dopo 26′ la Lazio si portò sul 2-0, con reti di Garlaschelli e Chinaglia. Il miracolo sembrava possibile. Gli inglesi, con la qualificazione in pericolo, presero a picchiare come fabbri. L’arbitro, l’olandese Van DerKroft, al 65’ minuto di gioco, decise di punire con un calcio di rigore un fallo in area di Oddi ai danni di Woods. L’intervento dello stopper biancazzurro non sembrava così netto. Nel clima acceso della contesa, con la Lazio tesa alla disperata rimonta, l’episodio fece saltare i nervi al pubblico e ai giocatori laziali. Dopo che al 67’ Vilyoen realizzò il 2-1 con il tiro dal dischetto, esplose la violenza in campo e sugli spalti. Alcuni tifosi laziali riuscirono a scavalcare la barriera di filo spinato e penetrarono sul terreno di gioco, fermati in tempo dagli agenti. L’arbitro si diresse verso il centro del campo per far riprendere la partita e venne minacciosamente attorniato dai giocatori laziali. La confusione era enorme. Si udivano i colpi sulle vetrate della Curva Sud che andavano in frantumi. Il direttore di gara fece proseguire la gara che probabilmente considerava già chiusa sul 2-1. Non interruppe definitivamente il gioco forse nel timore che gli incidenti assumessero dimensioni più gravi. L’atteggiamento dell’arbitro si comprese meglio quando assegnò un calcio di rigore anche alla Lazio per un discutibile atterramento di Chinaglia in area di rigore inglese all’83’ e permetteva allo stesso centravanti di segnare la quarta rete laziale in netto fuori gioco qualche minuto dopo. I due episodi contribuirono a calmare momentaneamente la folla la quale, al termine della partita, riprese a sfogare la propria rabbia. Gli incidenti proseguirono sempre più violenti fuori dall’Olimpico. Un nutrito gruppo di persone si era assiepato sulla collinetta che sovrastava il Viale dei Gladiatori indirizzando una nutrita sassaiola verso le forze dell’ordine. Gli agenti avevano risposto lanciando bombe lacrimogene. L’allenatore inglese Bobby Robson negli spogliatoi dichiarò: «Soltanto Chinaglia si è prodigato nel difendere i miei giocatori dagli assalti del pubblico e dei suoi compagni. Dobbiamo a lui se siamo riusciti ad evitare seri danni». Negli spogliatoi era presente anche l’osservatore dell’UEFA. Il referto dell’arbitro e del commissario risultò pesantissimo. La Lazio venne squalificata per tre anni da tutte le competizioni europee (in appello la squalifica venne ridotta ad un solo anno). Una punizione che pesò moltissimo nella stagione seguente. Intanto, il giorno seguente, il presidente della Roma Gaetano Anzalone si scusò per un episodio antisportivo che vide protagonista un tifoso giallorosso: precedentemente alla gara era stata consegnata al giocatore inglese Whymark una targa ricordo in segno di riconoscenza per aver segnato 4 reti alla Lazio nella gara di andata. L’episodio veniva stigmatizzato da Anzalone, che ricorreva subito ai ripari inviando un telegramma al presidente Lenzini: «Prego accettare scuse mie personali e tifosi tutti romanisti per antisportivo gesto purtroppo compiuto da irresponsabile giallorosso stop. Nella contesa internazionale ti siamo tutti vicini».
Lazio-Ipswich Town 4-2. Coppa Uefa, sedicesimi di finale (ritorno)
Lazio: Pulici, Facco, Martini, Wilson, Oddi, Nanni (61’ D’Amico), Garlaschelli (61’ Manservisi), Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Petrelli. Allenatore: Maestrelli.
Ipsich Town: Best, Mills, Harper (42’ Hammond), Morris, Hunter, Beattle, Hamilton, Vilyoen, Woods (83’ Johnson), Whymark, Miller. Allenatore: Robson.
Arbitro: Sig. Van der Kroft (Olanda).
Marcatori: 1’ Garlaschelli, 26’ Chinaglia, 70’ Vilyoen (rig), 83’ Chinaglia (rig), 86’ Chinaglia, 90’ Johnson.
Spettatori: 45.000 circa.
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