Maradona, la “Mano de Dios”, probabilmente è stato il calciatore più forte di tutti i tempi. Diego ha lasciato un’eredità dal valore inestimabile fatta di funambolismi, dribbling, gol fantastici da tutte le posizioni, compreso l’eroico (per il popolo argentino) gol di mano realizzato al Mondiale in Messico del 1986 nella sfida tra Argentina e Inghilterra. Dal 25 novembre 2020, giorno del suo decesso viene ricordato in ogni parte del mondo, non c’è angolo di terra che abbia rivolto un pensiero affettuoso a lui, addirittura si è fermato perfino il Covid di fronte alla sua morte. Anche la S.S. Lazio spesso e volentieri ha omaggiato Maradona con un post su Twitter: “Campione. Idolo di generazioni. Ispirazione eterna di calcio. Grazie per essere stato a casa nostra, è stato un onore e non ti dimenticheremo. Ciao Diego!”. Il club biancoceleste l’ha ricordato così, nella sua visita nel centro sportivo di Formello: era il 2016 ed “el Pibe de oro” si trovava a Roma per la presentazione della “Partita della Pace”. Nel campo di allenamento della Lazio si era cimentato nella corsa, nei palleggi e nelle punizioni. “Sono cresciuto in campo, a casa mia c’è sempre un campo per giocare. Quando vedo un terreno così mi fa piacere per i calciatori e i tifosi. Così ci si può allenare bene. Ringrazio tutto lo staff della Lazio. Accoglienza tipica italiana, dove vado mi aprono sempre la porta”. Poi il ricordo delle partite giocate all’Olimpico contro i laziali: “Ricordo l’inno quando uscivo dall’Olimpico. Vola, un’aquila nel cielo. Io alla Lazio ho un grande amico come Bruno Giordano. Se lui viene ad allenare la Lazio (era la suggestione di Maradona) io faccio il secondo”. Spesso Maradona ha ricordato che “Il giocatore italiano più forte con cui ho giocato è stato Bruno Giordano”. Il “Pibe de Oro” stravedeva per il giocatore della Lazio, lo voleva al Napoli. Nell’estate del 1985, Giordano lascia la Lazio, si trasferisce al Napoli ed insieme a Diego porteranno il Napoli alla vittoria dello scudetto. Maradona e Giordano diventano grandi amici, spesso sono insieme anche a Roma, a trovare altri amici. Possiamo tranquillamente affermare che Maradona è sempre stato amico della Lazio, guardando spesso con simpatia all’ambiente, giocatori e tifosi compresi. Ricordiamo con nostalgia diversi episodi di Maradona legati alla Lazio, come quello datato 14 ottobre 1984, un Lazio-Napoli terminato 1-1, che vede negli undici iniziale di un promettente giovane della Primavera laziale, un certo Francesco Fonte, centrocampista tuttofare. Il piccolo Fonte, alto appena 1.68 cm viene impiegato da Lorenzo in marcatura ferrea su Maradona, al quale lascia pochissimo spazio, tranne nell’occasione della marcatura dell’argentino che pareggia l’iniziale vantaggio laziale messo a segno da un altro talento indiscusso come Vincenzo D’Amico. Al termine della gara Diego spendeva delle bellissime parole d’elogio per il piccolo Fonte, pronosticandogli una luminosa carriera. Altro trait d’union, Ciro Muro, ex talentuoso centrocampista del Napoli, che ha giocato con Maradona nella stagione 1986/87. Era soprannominato “Murodona” per le sue abilità balistiche, specie sui calci piazzati, che ha modo di far ammirare anche con la Lazio dal 1987 al 1989 (61 presenze e 4 reti), in un’intervista di qualche tempo fa lo ricordava così: “Ci siamo divertiti molto insieme. Lui stravedeva per me. Anche quando sono andato via dal Napoli mi ha chiamato tante di quelle volte per farmi tornare ma io ero giovane e volevo giocare. Lui era troppo forte. Un qualcosa che non si può descrivere”. Ma Maradona ha mai indossato la maglia della Lazio? Per alcuni minuti si e ci riferiamo al momento dell’intervista post-partita di un’amichevole di lusso giocata il 10 novembre 1992, match Siviglia-Lazio. La partita si conclude in pareggio, grazie al gol di Pineda che aveva portato in vantaggio gli spagnoli alla mezz’ora e all’1-1 segnato da Gascoigne. Al 90′, dopo i saluti di rito, “el Diez” si presenta ai microfoni della stampa, indossando la maglia numero 9 della Lazio, scambiata con il calciatore laziale Maurizio Neri. Infine il cantautore Toni Malco ha vissuto momenti indimenticabili accanto a Maradona, un’amicizia nata per merito di un amico in comune: il grande e compianto Massimo Troisi. “Apprezzava molto il mio inno (racconta Malco), una volta si fece regalare una cassetta e la mise durante gli allenamenti del Napoli con l’altoparlante perché lui diceva portasse bene. Nel tempo quando ho avuto l’opportunità di sentirlo mi cantava sempre “Vola Lazio vola”. Alla Lazio dedicava molte attenzioni, una volta avevo la maglia di Fiorini e me la portai a Posillipo e c’è una foto in cui io gli do la maglia e lui con la mano destra copre l’1 dell’11 e mi dice ‘Qui devi metterci lo 0 perché io sono un numero 10’. Mancherà a tutti gli amanti del calcio”. Per il posticipo di campionato di domani contro i partenopei, il museo ufficiale della S.S. Lazio ha voluto dedicare un tributo all’amico Diego, ricordandolo attraverso alcune casacche del campione argentino che verranno esposte all’interno della Tribuna Autorità dello stadio Olimpico. Grazie per averci fatto sognare e continueremo a farlo eterno Maradona. Redazione 1900 History.
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