Il Lazio Museum torna ad omaggiare il guerriero Mihajlović e le “sue” divise

“E se tira Sinisa è gol… così cantava ed ancora canta la grande Curva Nord a Mihajlović…”. E proprio per esprimere l’intramontabile grande affetto al “guerriero” serbo che per Lazio-Bologna (3-0) anticipo di campionato del 12/02/2022, il “Lazio Museum” è tornato nuovamente a salutare il guerriero serbo, attraverso le “sue” maglie esposte in Sala Executive, presso la Tribuna Monte Mario dello stadio Olimpico. Analogo tributo a Mihajlović venne fatto per Lazio-Bologna (2-0) del 28/2/2020, ultima gara a porte aperte, prima della devastante ondata di pandemia che mise in ginocchio l’Italia intera. Il museo ufficiale della Lazio a distanza di due anni, ha riproposto alcune divise del vincente ed indimenticabile periodo laziale del tecnico di Vukovar. Inoltre è stato esposto il pallone della finale della Coppa del Mondo in Francia nel 1998, lo stesso modello è stato utilizzato qualche settimana dopo, anche per la finale di Supercoppa Europea vinta dalla Lazio contro l’imbattibile corazzata del Manchester United. Mihajlović arrivò a Roma nel ’98 tra lo scetticismo generale (anche per via del suo breve passato romanista) e si impose a suon di gol, assist e magistrali chiusure difensive, risultando uno degli uomini più importanti della Lazio nella corsa verso lo scudetto. Autentico trascinatore dentro e fuori dal campo, fin dalle prime partite in maglia biancoceleste si capì l’importanza dei suoi calci piazzati. Imprevedibile e potentissimo, il sinistro di Mihajlović risolse in parecchie occasioni i problemi della squadra laziale. Come l’incredibile tripletta calciata da fermo nella gara con la Sampdoria. Tre traiettorie magiche telecomandate in fotocopia e poi la sua corsa verso la panchina dove Eriksson l’attendeva in piedi per il rituale “cinque” di festeggiamento. Atmosfere da scudetto, riproposte nel match con il Bologna, con le stesse divise di oltre vent’anni fa e con Sinisa nel cuore di tutti i laziali. di Emiliano Foglia