Forse non tutti sanno che la Lazio di Piola nel 1937 raggiunse la finale dell’unica e più prestigiosa competizione europea per club (la Champions League dei nostri giorni), portando il club biancazzurro ad essere tra i protagonisti della prima finale continentale della storia del calcio capitolino.
La Coppa Europa Centrale nacque il 31 marzo 1927. Questa manifestazione può essere considerata come una delle prime manifestazioni europee per club nella storia del calcio, nonostante l’errata convinzione moderna che queste vecchie competizioni europee fossero da considerare di stampo pionieristico e quindi di scarso valore rispetto a quelle del nostro tempo.
Gli ideatori di questa manifestazione furono il dottor Fischer e Hugo Meisl. Soprattutto quest’ultimo, con un passato da calciatore internazionale, era sostenitore di un torneo da disputarsi tra i più forti club europei, uno o due club al massimo per nazione. Il torneo venne organizzato sullo stampo della precedente Challenge-Cup, svoltasi tra il 1897 e il 1911 ed aperta ai soli club dell’Impero Austro-Ungarico.
Pertanto Meisl pensò un torneo in cui i campionati nazionali sarebbero serviti, in base alla classifica finale, per partecipare a questa competizione internazionale.
La Coppa Europa Centrale presentava nei vari paesi europei denominazioni diverse. In Austria, ad esempio, si chiamava Mitropapokal (Coppa Mitropa), così conosciuta dalla denominazione Mitropa AG, un’azienda che si occupava dei vagoni letto e ristorante dei treni che viaggiavano lungo l’Europa centrale e che aveva deciso, attraverso la concessione di sconti, di sponsorizzare la manifestazione, mentre a Budapest veniva chiamata Mitropa Kupa o Közép-európai Kupa (KK). In Italia come per il resto d’Europa era chiamata Coppa Europa Centrale.
Il format con cui sarebbe cominciata la prima edizione, quella del 1927, era per molti aspetti innovativo: contemplava, infatti, la partecipazione di due squadre per federazione (le prime due di ogni campionato) e presentava un tabellone che iniziava dai quarti, con incontri di andata e ritorno disputati presso gli impianti delle squadre coinvolte e prevedeva, contrariamente ad oggi, uno spareggio nel caso in cui il computo dei gol nelle due sfide fosse in parità. Un’altra peculiarità fu che, per non ingolfare il calendario delle squadre, la Coppa Europa Centrale si sarebbe sempre giocata al termine dei campionati, e durante gli anni in cui si disputava il Mondiale poco dopo quest’ultimo. Chiaramente, così come accade oggi, il fattore economico non era per nulla secondario: sul taccuino delle partecipanti si discusse diffusamente circa la ripartizione degli introiti e si stabilì che la formazione di casa avrebbe beneficiato del 70% degli incassi mentre quella ospite del 30%,
Concettualmente, l’obiettivo sportivo della Coppa Europa Centrale era lo stesso dell’odierna Champions League: eleggere, al termine di un torneo tra le più quotate formazioni in gioco, la migliore squadra europea. Nella pratica, invece, vi erano molteplici differenze, una tra tutte la cornice storica e sociale all’interno della quale si inseriva la manifestazione. Bisogna infatti tenere presente che siamo negli anni tra le due guerre, ed alcune frizioni, in particolar modo tra l’Italia e le potenze che avevano fatto parte dell’Impero austro-ungarico, non erano del tutto sopite. Ciò si rifletteva sul campo, sugli spalti e nei giornali il giorno successivo alle partite. Anche le divise italiane, ad esempio, presentavano fregi politici sulle maglie da gioco. La Coppa Europa Centrale fu la prima passerella che diede modo alle stelle del firmamento calcistico europeo di farsi notare ed apprezzare: gli italiani Meazza e Piola, l’austriaco Sindelar, il cecoslovacco Kada, l’ungherese Sárosi erano stati prima di quel momento idoli incontrastati quasi solamente in patria, e, grazie alla Coppa Europa Centrale, diventarono celebrità amate, stimate e temute anche agli occhi di un pubblico internazionale. Ed anche la Coppa Europa Centrale, così come sarebbe accaduto molti anni dopo con la Coppa Campioni, avrebbe cercato di ridisegnare il proprio modello per favorire l’aumento degli introiti economici ed una partecipazione più massiccia delle squadre. Nel 1934 infatti accadde un qualcosa di abbastanza simile a quanto si sarebbe osservato nel 1992: le squadre che prendono parte alla coppa diventano quattro per federazione, ed il tabellone inizia dagli ottavi. La scelta di allargare il numero delle forze in gioco non fu condivisa da tutti: Hugo Meisl, ad esempio, era contrario. Sosteneva esattamente ciò che avrebbero sostenuto molti anni dopo i detrattori della Champions League, e cioè che la competizione non fosse più rappresentativa delle migliori squadre, ma che inglobasse anche formazioni di minor livello che andavano a minare la qualità del torneo.
Nella stagione 1936/37 i biancazzurri, disputando uno splendido campionato conclusosi con il 2° posto in classifica (a soli 3 punti dal Bologna capolista), parteciparono di diritto alla Coppa Europa Centrale, raggiungendo addirittura la finale. In quell’annata alla competizione europea potevano concorrervi le prime tre classificate nel campionato italiano. La finale però non sorrise alla Lazio che la perdette in maniera rocambolesca contro il Ferencváros, anche per effetto di una discutibile conduzione arbitrale nella partita di andata giocata in Ungheria che ne compromise il ritorno disputato a Roma. La Coppa Europa Centrale (denominazione ufficiale: “La Coupe de l’Europe Centrale”) è la più antica competizione calcistica europea per squadre di club, disputatasi per la prima volta nel 1927. I primi turni di questo torneo furono giocati immediatamente dopo la conclusione del campionato italiano nella stagione 1936/37 nel periodo tra giugno e luglio, rispettivamente contro Hungaria e Grasshoppers. La finale invece fu disputata pochi mesi dopo, a settembre ed ottobre del 1937. A testimonianza di quanto raccontato riportiamo le parole di chi giocò le finali da protagonista come il grande Silvio Piola: “Con questi colori riuscii quasi a vincere una Coppa Europea (l’attuale Champions League), quella del 1937. Avevamo battuto nelle eliminatorie l’Hungaria ed il Grasshoppers qualificandoci per la finale col Ferencváros di Budapest. Nella prima partita, giocata sul campo dei magiari, eravamo stati battuti per 4-2, per cui nella partita di ritorno, per aggiudicarci il trofeo, avremmo dovuto vincere con tre gol di vantaggio. Fin dall’inizio della partita le cose si erano messe bene per noi, tanto che cominciando il secondo tempo ci trovavamo in vantaggio per 4 a 3, quando l’arbitro concesse a nostro favore un calcio di rigore. Sbagliai il penalty ed addio sogni di gloria. Ci deprimemmo e perdemmo 5-4.”.
Per la finale di “Coppa Europa Centrale” la Lazio si presenta in campo con una “maglia speciale”. La casacca è di una colorazione tendente all’azzurro (le cronache giornalistiche dell’epoca riportano gli azzurri) con ampio scollo “a V” e polsini di colore bianco. Per la prima volta nella storia della Lazio appare sul petto un fregio tricolore, molto simile allo scudetto attuale dove al suo interno trova posto il fascio littorio posizionato nello spicchio bianco del tricolore. Questo speciale stemma viene applicato sulla maglia esclusivamente nelle partite in terra estera dai club italiani impegnati nelle coppe europee su esplicita richiesta del Partito Nazionale Fascista. Nella finale di ritorno, giocata allo stadio del P.N.F. a Roma, la casacca utilizzata dai biancocelesti è dello stesso modello utilizzato contro il Ferencváros, ma priva del suo tricolore. La divisa si presenta ancora senza i numeri dietro la maglia, che vengono utilizzati per la prima volta negli Anni ’20 in Inghilterra, mentre in Italia la numerazione è usata per la prima volta il 17 settembre 1939. di Emiliano Foglia
I tabellini della Finale di andata e ritorno:
Domenica 12 settembre 1937 – Budapest, Üllői úti Stadion – Finale di andata
Ferencvaros-Lazio 4-2
FERENCVAROS: Hada, Tatrai, Koranyi, Magda, Bolgar, Szekely, Titkos, Kiss, Sárosi, Toldi, Kemeny.
LAZIO: Blason, Zacconi, Monza, Baldo, Viani, Milano, Busani, Marchini, Piola, Camolese, Costa.
Arbitro: Krist (Cecoslavacchia).
Marcatori: 20′ Toldi, 26′ Busani, 53′ Sárosi, 59′ Sárosi (rig), 63′ Piola, 72′ Sárosi (rig).
Domenica 24 Ottobre 1937 – Roma, stadio del P.N.F. – Finale di ritorno
Lazio-Ferencvaros 4-5
LAZIO: Provera, Zacconi, Monza, Baldo, Viani, Milano, Busani, Marchini, Piola, Camolese, Costa.
FERENCVAROS: Hada, Tatrai, Koranyi, Magda, Bolgar, Lazar, Tanczos, Kiss, Sàrosi, Toldi, Kemenyi.
Arbitro: Wuttrich (Svizzera).
Marcatori: 4’pt Costa (L), 5’pt Sàrosi rig. (F), 8’pt Sàrosi (F), 18’pt Piola (L), 23’pt Piola (L), 35’pt Camolese (L), 37’pt Toldi (F), 26’st Lazar (F), 35’st Sàrosi (F).
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