Das “Lazio Museum” würdigt auch Borussia Dortmund, die heute Abend im Olympiastadion für das erste Spiel der Champions League (Gruppe F) im Einsatz ist und mit dem deutschen Verein die historischen Trikots eines großen Meisters teilt, der beide trug die Trikots von Latium, Borussia Dortmund: Karl-Heinz Riedle. Alles im Namen von Fair Play, Respekt und Freundschaft, den wesentlichen Trikots von S.S. Lazio.
Am Vorabend der Weltmeisterschaft 1990 verhandelte Präsident Calleri mit Werder Bremen über den Kauf von Karl-Heinz Riedle, dem Torschützenkönig des letzten Uefa-Pokals. Riedle kommt wirklich nach Lazio und ist damit der bis dahin teuerste Kauf des Clubs. In Deutschland nennen sie es “Gummy”, weil es vom Boden abprallt, sich erhebt, schwimmt. Technisch diskret in der Formulierung mit seinen Teamkollegen, aber entschlossen und mutig, zielt er darauf ab, dass das Netz immer nach Tiefe sucht. Nervös, aber richtig, verlässt er das Feld, nachdem er immer sein Bestes gegeben hat. Aber sein bester Schuss, mit dem er die meisten seiner Tore erzielte, ist der Kopfball. Er war wahrscheinlich der beste Spezialist aller Zeiten in dieser technischen Geste, vielleicht auf Augenhöhe mit John Charles. Seine Fähigkeit beruht sicherlich nicht auf seiner Größe (1,77 m), sondern auf der außergewöhnlichen Fähigkeit, in der Luft zu bleiben und auf einer perfekten Ablösungszeit. Es scheint wirklich in der Lage zu sein, die Schwerkraft zu überwinden. Der Rap vorne endet oft am unteren Rand des Netzes. Dino Zoff debütierte am 9. September 1990 in der Serie A und spielte alle 90 Minuten in Turin (0-0). In den ersten zwei Jahren ist er der Partner von Ruben Sosa, während der letzte ihn in einem angreifenden Paar mit Giuseppe Signori sieht. Mit beiden findet er sich auf wunderbare Weise wieder und in 84 Gesamtspielen erzielt er 30 Tore. Er begrüßt Lazio und seine Fans am 30. Mai 1993 mit einem historischen Doppel im 4-3 gegen Napoli, das Lazio nach 16 Jahren nach Europa zurückbringt. Blätter mit zwei Edelsteinen in perfektem Gummistil, zwei Kopfschüssen unter der Nordkurve. «Als ich nach Deutschland zurückkehrte, war ich ein kompletter Fußballer. Danke an Zoff». (Google Translate).
Anche il “Lazio Museum” rende omaggio al Borussia Dortmund, avversario di turno di questa sera allo stadio Olimpico per il primo incontro di Champions League (gruppo F), condividendo con il club tedesco le maglie storiche di un grande campione che ha vestito entrambe le casacche: Karl-Heinz Riedle. Il tutto all’insegna del Fair Play del rispetto e dell’amicizia, valori imprescindibili della S.S. Lazio.
Alla vigilia del Mondiale del 1990 il presidente Calleri tratta con il Werder Brema l’acquisto di Karl-Heinz Riedle, il capocannoniere dell’ultima Coppa Uefa. Riedle alla Lazio arriva davvero, risultando l’acquisto più costoso del club fino a quel periodo. In Germania lo chiamano “Gummy”, perché da terra rimbalza, si eleva, galleggia. Discreto tecnicamente nel fraseggio con i compagni, ma determinato e coraggioso, punta la rete cercando sempre la profondità. Spigoloso, ma corretto, esce dal campo dopo aver dato sempre il massimo. Ma il suo colpo migliore, con cui ha messo ha segno la maggior parte dei suoi gol, è il colpo di testa. Probabilmente è stato il miglior specialista di tutti i tempi in questo gesto tecnico, forse alla pari di John Charles. Questa sua abilità gli deriva non certo dall’altezza (m. 1,77), ma dalla straordinaria capacità di rimanere sospeso in aria e da un tempo di stacco perfetto. Sembra veramente poter vincere la forza di gravità. Il colpo secco di fronte termina spesso in fondo alla rete. Dino Zoff lo fa esordire in Serie A il 9 settembre del 1990 e gioca tutti i 90’ in casa del Torino (0-0). Nelle prime due annate è il partner di Ruben Sosa, mentre l’ultima lo vede in coppia d’attacco con Giuseppe Signori. Con ambedue si trova a meraviglia e in 84 gare complessive segna ben 30 reti. Saluta la Lazio ed i suoi tifosi il 30 maggio 1993, con una doppietta storica nel 4-3 al Napoli che riporta la Lazio in Europa dopo 16 anni. Lascia con due gemme in perfetto stile gummy, due colpi di testa sotto la curva Nord. «Quando tornai in Germania, ero un calciatore completo. Merito di Zoff». di Emiliano Foglia
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