LA MAGLIA
A poche ore dalla conquista del tricolore si pone il dilemma su quale tipo di scudetto apporre sulla maglia. Il primo servizio fotografico realizzato con la casacca scudettata spetta proprio a Giorgio Chinaglia. La sua numero 9 era stata letteralmente fatta a pezzi dai tifosi festanti al termine del match. A Long John rimaneva di prelevare una delle poche maglie rimaste di Lazio-Foggia, più precisamente una numero 13. Un problema di fondamentale importanza, in quel contesto, è quello di apporre “al volo” su quella casacca uno scudetto. Così, sotto lo sguardo di Chinaglia, l’onore di cucire il primo tricolore Campione d’Italia della Lazio, spettò alla signora Gina Ciaschini (per tutti la “sora Gina”, factotum della gestione delle divise biancocelesti), alle dipendenze della Lazio dal gennaio 1960. Ne scaturisce una cucitura veloce, fatta a mano, con un’incredibile traccia di appartenenza della “sora Gina” sulla maglia, in perfetto stile “hitchcockiano”: un ricamo rosso. La “sora Gina”, infatti, maestra dell’arte del cucito, lascia all’interno della maglia due ricami quasi impercettibili di colore rosso, ma presenti nella congiunzione dell’angolo dello scudetto con il tessuto. Ritirata la maglia, ormai “scudettata”, Giorgio si mette in viaggio con la sua famiglia verso Castel Volturno, in provincia di Caserta. Lo attende la sua meravigliosa villa con piscina a due passi dal mare, un’oasi di pace dove ritemprarsi e rivivere, ad occhi chiusi su una sdraio del suo giardino, il meraviglioso film di quel trionfo appena conquistato. Il servizio fotografico di Chinaglia scudettato doveva essere pubblicato sulle riviste in voga in quel periodo, come “Gente”, “Oggi”, “Intrepido” e similari, ed essendo stata recuperata solo una maglia numero 13, come raccontato precedentemente, Giorgio viene fotografato solo frontalmente. Il fotografo, di provata fede biancoceleste, risponde al nome di Marcello Geppetti, uno dei migliori professionisti del settore, ed i suoi scatti sono soliti fare il giro del mondo grazie alla “Dolce Vita” romana, a Cinecittà ed alle Olimpiadi. «Papà (raccontava Marco, figlio di Marcello Geppetti) raggiunse Chinaglia a Castel Volturno qualche giorno dopo. Venne individuato, come location, un angolo del giardino di “Villa Cinthya” a ridosso della piscina. Giorgio per il servizio indossò la maglia scudettata con il numero “13”, i pantaloncini, i calzettoni e gli scarpini. Faceva da sfondo il pallone dell’Adidas. Mio padre Marcello sapeva dare quel tocco artistico agli scatti che lo resero celebre come paparazzo negli anni della “Dolce Vita”. Venne immortalato un Chinaglia radioso, dolce e felice». Nella stagione 1974/75 i calciatori biancocelesti sfoggiano due diversi modelli di prime maglie per gli incontri ufficiali, uno a maniche lunghe ed uno a maniche corte. Le casacche selezionate presentano la stessa tonalità di colore, ma si differenziano per il collo, i polsini e per la produzione. Il modello maggiormente utilizzato è quello a maniche lunghe, che compare fin dalla prima partita di campionato con il Cesena (2-1). La casacca è la stessa della stagione precedente, in lanetta e con collo “a V” e polsini bianchi, ma si fregia dello scudetto tricolore. Compare un risvolto interno all’apice del colletto ed il numero è in plastichina leggermente venata, cucito sul tessuto. La targhetta “Tuttosport” in alcuni modelli è cucita all’interno del colletto, in altri no. La casacca non presenta le cuciture laterali ed ha un rinforzo sulla spalla. Lo scudetto utilizzato per tutto il campionato è in similpelle plastificata. Dalla nona giornata di campionato disputata l’8 dicembre 1974, incontro Lazio-Bologna (1-0), gli undici biancocelesti scendono in campo con una “maglia speciale” sempre a maniche lunghe, stile Manchester City, che verrà indossata fino alla sedicesima giornata disputata il 13 aprile 1975, incontro Lazio-Varese (2-0). La divisa è di produzione inglese. Dall’incontro successivo la Lazio ricorre alla maglia a maniche a corte della stagione precedente firmata “Tuttosport”.
Il primo esemplare di maglia "scudettata" a poche ore dal trionfo. Maglia donata dalla famiglia Geppetti
Ulteriore variante di tricolore ricamato su maglia in tessuto leggero
Il “Lazio Museum”, grazie all’ultima acquisizione in tema di maglie, ha il piacere di presentarvi e svelarvi un'ulteriore tipologia di divise scudettate, utilizzate per alcune amichevoli nel ritiro estivo di Pievepelago del 1974 e poi riprese per una tournée internazionale in Kuwait, nel mese di novembre dello stesso anno. Queste casacche, si differenziano sostanzialmente da quelle indossate negli incontri ufficiali per la manifattura e per alcuni dettagli di produzione. Inoltre, su queste maglie compare l'ennesima variante di scudetto tricolore (la terza) applicato, così da renderle tra le divise più rare indossate dagli uomini di Maestrelli. Il materiale è in cotone fresco, con cuciture sui fianchi (e non tubolare, ossia priva delle cuciture laterali). Il colore si presenta più tenue del solito. Ma veniamo all’aspetto più importante, quello dello scudetto che ne accentua la diversità con le altre mute della stagione. Il tricolore scelto per queste maglie si presenta totalmente ricamato, con un sottile bordino in filo celeste che delimita il verde, bianco e rosso, dall'ampio bordo bianco. Anche questo tipo di scudetto (come quello in canottiglia, apparso sempre in ritiro) non venne giudicato idoneo a sopportare un’intera stagione di lavaggi delle divise, poiché andava a deteriorarsi dopo diversi cicli di lavatrice. Il numero da gara è totalmente diverso rispetto a quello applicato sulle tre divise ufficiali della stagione, non più in plastichina venata, bensì in pelle ruvida. La maglia esposta nelle grafiche è appartenuta a Salvatore Amato, ex promessa della Primavera di quegli anni, ruolo centrocampista, e che Chinaglia voleva spesso in squadra con sé nelle partite di allenamento disputate al campo di “Tor di Quinto”. Terminiamo la descrizione della maglia di Amato, allegando anche le foto della gemella da trasferta (la bianca), sempre corredata dal meraviglioso tricolore ricamato con il sottile bordino celeste.
La prima maglia con lo scudetto tipo "militare"
Le maglie utilizzate per il ritiro di precampionato vedono la comparsa di un ulteriore variante di scudetto. Definito in “canottiglia”, si presenta ricamato e realizzato artigianalmente: una vera e propria opera d’arte. Questo tipo di scudetto, oltre ad essere molto pregiato ed assai costoso, si deteriorava dopo pochi lavaggi. Da qui l’esigenza del club di Lenzini, di sostituirlo ad inizio di campionato, con quelli in similpelle plastificata (o plastica retinata) utilizzati esclusivamente nelle partite ufficiali. Questo modello di tricolore ricorda quello applicato sulle maglie della Nazionale italiana negli Anni 50/60 ed è caratterizzato dalla presenza di un bordo a cordoncino oro delimitante la superficie verde, bianco e rossa, realizzata in simil cartone.
La prima maglia invernale di manifattura inglese
A sorpresa, ad inizio dicembre 1974, la Lazio sfoggia una "maglia speciale", diversa, in termini di caratteristiche e dettagli rispetto a quelle precedentemente prodotte. Il capitano dello scudetto Wilson la ricorda per la peculiarità del tessuto, mai utilizzato fino a quel momento: "Non fu, infatti, realizzata con la classica lanetta ma con un materiale, simile ad un cotone pesante, più comodo e confortevole”. Era un modello "all'inglese", simile a quello utilizzato dal Manchester City, con un vistoso colletto che si apriva su un ampio triangolo bianco che sostituiva il tradizionale collo a "V". La divisa torna ad essere prodotta in Inghilterra dalla "Umbro". Lo scudetto cucito sulla casacca si presenta in similpelle plastificata ed i numeri, come da consuetudine, sono nel classico font utilizzato dalla Lazio, in plastichina leggermente venata di colore bianco.
La prima maglia a maniche corte, con lo scudetto in simil pelle plastificata
La maglia a maniche corte, realizzata dalla "Tuttosport" con lo scudetto in simil pelle plastificata con sottile gommapiuma incorporata, subentra (in campionato) alla divisa invernale, il 27 aprile 1975, incontro Juventus-Lazio. Questo tipo di maglia estiva viene indossata anche nella fase iniziale della Coppa Italia, disputata tra agosto e settembre 1974. Il collo "a V" risulta lo stesso di quello ammirato nell'ultima partita di campionato della stagione precedente Bologna-Lazio (2-2).
Una particolare maglia d'allenamento estiva
Negli Anni '70 la fornitura tecnica della "Tuttosport" alla Lazio prevede anche le maglie d'allenamento. Le colorazioni erano di due tipi: verdi e bianche. La scritta "Lazio Calcio", in grande all’altezza del petto, era stampata con la tecnica della serigrafia.
La stagione
La Lazio riparte forte e determinata in campionato per cercare di raggiungere lo stesso traguardo ottenuto l’anno precedente; purtroppo, però, la sfortuna si accanisce sulla società biancoceleste. Alla Lazio campione d’Italia viene impedita la partecipazione alla Coppa dei Campioni a causa della squalifica comminata per i gravi incidenti all’Olimpico contro l’Ipswich nella coppa Uefa della precedente stagione. In campionato la Lazio innesta la sua marcia da grande squadra qual è. Alla fine del girone di andata è a ridosso della vetta, ma la tragedia che sconquassa l’ambiente è alle porte: una grave malattia colpisce Maestrelli. Il tecnico abbandona la panchina ed il club l’affida al suo secondo, Lovati. Da quel momento una serie di risultati negativi allontana i biancocelesti, intontiti, dalla testa della classifica. Senza Maestrelli la squadra non è più la stessa e chiude con un onorevole quarto posto. Chinaglia lascia Roma e vola negli States, il Cosmos di Pelè è pronto ad ingaggiarlo. Alla fine Long John si convince a tornare nella Capitale, accolto da migliaia di tifosi a Fiumicino.
La Rosa
Portieri: Bonetti, Moriggi, Pulici. Difensori: Cremaschini, Facco, Ghedin, Labrocca, Martini, Oddi, Perotti, Petrelli, Polentes, Tinaburri, Wilson. Centrocampisti: Badiani, Borgo, D’Amico, Frustalupi, Inselvini, Masuzzo, Nanni, Re Cecconi, Tripodi. Attaccanti: Chinaglia, Franzoni, Garlaschelli, Loddi. Allenatori: Maestrelli, (poi subentrato) Lovati.
Curiosità
Lo splendido scudetto ricamato in “canottiglia”, realizzato artigianalmente: una vera e propria opera d’arte. Questo tipo di scudetto, oltre ad essere molto pregiato ed assai costoso, si deteriorava dopo pochi lavaggi. Da qui l’esigenza del club di Lenzini, di sostituirlo ad inizio di campionato, con quelli in similpelle plastificata (o plastica retinata) utilizzati esclusivamente nelle partite ufficiali.