LA MAGLIA

La casacca della leggenda, la maglia del sogno che diventa realtà. Il rigore trasformato da Giorgio Chinaglia al 60’ contro il Foggia regala alla Lazio il primo scudetto della sua storia. Al fischio finale si scatena l’apoteosi. I tifosi, impazziti, invadono il campo abbracciandosi, sventolando bandiere ed inseguendo i giocatori della Lazio nella speranza di impadronirsi delle maglie dei calciatori, ormai entrati nella storia. I giocatori laziali tentano invano di battere sul tempo i loro inseguitori. La caccia alle maglie, ridotte in brandelli, assume toni quasi drammatici. Chinaglia fa in tempo a gettare lontano la sua maglia in pasto ai suoi tifosi. Quello che conserva intatta la sua divisa è esclusivamente Felice Pulici, che si sbriga immediatamente a rientrare negli spogliatoi, grazie a qualche stratagemma ideato prima del match, riuscendo a coniugare due momenti fondamentali della sua vita che si stavano celebrando proprio nella stessa giornata: lo scudetto e la nascita del figlio Gabriele. La ditta “Tuttosport”, esclusivista dei prodotti S.S. Lazio in quegli anni, decide di affidare la produzione tessile delle divise a ditte esterne come, l’”Ennerre” di Pescara e ad un maglificio romano. La casacca prodotta dall’”Ennerre” è un modello classico realizzato ed utilizzato per un decennio da molte squadre italiane a tinta unita, con colletto “a V” e polsini sempre celesti impreziositi da una righina bianca all’interno di essi. I numeri da gara di colore bianco sono in plastichina leggermente venata e cuciti a macchina sulla divisa. Non sono presenti etichette interne. L’altra divisa della compagine biancoceleste (con collo e bordi pieni bianchi), commissionata dalla “Tuttosport” ad un maglificio romano, risulta simile al modello dell’anno precedente: il collo “a V” non è più estremamente pronunciato e presenta un risvolto interno, mentre i polsini sono leggermente più ampi. Il numero si conferma in plastichina leggermente venata, cucito sul tessuto. La casacca non presenta cuciture ai fianchi ed ha un rinforzo sulla spalla. La targhetta “Tuttosport” in alcuni modelli è cucita nel colletto, in altri non è presente.

La prima maglia della stagione a maniche corte, con collo e bordi bicolore. Produzione Ennerre

La casacca a maniche corte, utilizzata prevalentemente per tutto il campionato si presenta in cotone non pesante. Il collo “a V” ed i polsini sono in maglina. Il colletto, internamente, presenta un risvolto interno. La casacca non ha cuciture sui fianchi ed ha un rinforzo interno all’altezza della spalla. Il numero da gara è in plastichina leggermente venata cucito a macchina dalla “sora Gina", l'addetta alla lavanderia che curava personalmente il materiale tecnico della squadra, cucendo anche i numeri. Fornitore tecnico della stagione è sempre la “Tuttosport”. Viene anche predisposta una divisa da trasferta bianca (con etichetta interna “Tuttosport”), già apparsa nell'ultima partita del precedente campionato, il famoso Napoli-Lazio (1-0). (per gentile concessione della tifosa Fabiana).

La maglia da portiere di Pulici, indossata in Lazio-Foggia. Produzione Tuttosport

Per Felice Pulici quel fatidico 12 maggio del 1974 rappresenta la data di una doppia emozione; infatti mentre la Lazio conquista la certezza matematica di essere campione d’Italia, egli, a fine partita, con i festeggiamenti in atto, riceve la notizia della nascita del figlio Gabriele. «Mia moglie Paola stava per partorire proprio in quelle ore. Immediatamente dopo il fischio finale dovetti correre a prendere l’aereo e catapultarmi a Milano. Appena arrivato in ospedale feci vedere la casacca a mia moglie che nemmeno se ne accorse. Ero stravolto dalla gioia perché stavo ammirando da papà neo scudettato il mio Gabriele appena nato». Pulici ama spesso rimarcare: «La casacca della Lazio per me non era quella bella dai colori biancocelesti come quella dei miei compagni di movimento, la mia era nera, ovviamente da portiere». La storia della maglia di Lazio-Foggia è molto particolare. «Per tanti anni (spiegava Felice) di quella maglia leggendaria non ebbi più notizie, era sparita. Persi ogni speranza di recuperarla, la cercavo ovunque. Quando venne a mancare mio suocero nei giorni successivi alla sua morte mia moglie cominciò a riordinare la sua stanza che gli avevamo sistemato da una decina di anni, a casa nostra. Mia moglie mi chiamò e mi disse… “Felice guarda un po’ cosa è uscito fuori? La tua maglia della Lazio”. L’aveva conservata da sempre mio suocero come una preziosa reliquia, probabilmente presa da lui stesso in ospedale quel 12 maggio 1974». La maglia di Lazio-Foggia appartenuta a Felice è in lanetta, la stessa di quella utilizzata dalla squadra, ma con il collo alto tipo dolcevita. Il numero 1 in plastichina leggera viene cucito a macchina dalla “sora Gina” sulla divisa. All’interno del collo risulta presente l’etichetta dell’allora fornitore tecnico sportivo, la “Tuttosport”.

La prima maglia della stagione a maniche corte, con collo e bordi bicolore. Produzione Ennerre

L'”Ennerre” si occupa di realizzare una variante per le casacche a maniche corte. Il modello si presenta con collo a "V" e polsini celesti, con righina bianca al centro di essi. Questo tipo di divisa non presenta cuciture laterali ed ha un rinforzo sulla spalla. Viene utilizzata per quasi tutta la stagione nella versione a maniche corte.

Una maglia d'allenamento invernale. produzione Tuttosport

Negli Anni '70 la fornitura tecnica della “Tuttosport” alla Lazio prevede anche le maglie d'allenamento, molto belle ed eleganti per essere dei capi utilizzati esclusivamente in allenamento. Le colorazioni erano di due tipi: verdi e bianche. La scritta "Lazio Calcio" era stampata con la tecnica della serigrafia.

La stagione

Il sogno, vagheggiato a lungo nella precedente stagione e dileguatosi proprio nell’ultima partita disputata a Napoli, era svanito sul più bello. Era la prima volta che una squadra di calcio non imbottita di campioni e promossa dalla serie inferiore falliva di poco lo scudetto al primo anno. La squadra del presidente Lenzini per il campionato 1973/74 è sostanzialmente la stessa che aveva disputato un grandissimo campionato nell’annata precedente, con l’innesto in pianta stabile di Vincenzo D’Amico, gioiello delle giovanili. Alla vigilia del campionato pochi credono che i biancocelesti possano ripetersi. Chinaglia si rivela infallibile. Pulici e Wilson sono i leader della difesa e Re Cecconi si dimostra un mix di qualità e quantità. Frustalupi interpreta il ruolo del regista e D’Amico quello del fantasista. La Lazio, inoltre, vanta giocatori come Petrelli, Martini, Oddi, Nanni, Garlaschelli. Domenica 12 maggio 1974, è una data storica di tutto il popolo laziale per l’impresa che un gruppo di “ragazzacci” sono stati capaci di compiere interrompendo un’egemonia che in ambito calcistico, salvo rari casi, è sempre stata di proprietà di società del Nord. L’impresa è unica, nel tempo forse irripetibile per come si è determinata e cha ha il suo epilogo in quel caldo pomeriggio di domenica di fronte ad un pubblico straordinario accorso sugli spalti dell’Olimpico in numero di circa 85.000 unità, record assoluto e tuttora imbattuto per una gara disputata allo stadio Olimpico. Nel capolavoro tattico di Maestrelli è svelato il segreto dello scudetto del ‘74. La Lazio anticipa di qualche anno l’evoluzione degli schemi tattici nel calcio italiano. L’elemento innovativo, rispetto al calcio all’italiana, è rappresentato dall’estrema mobilità di tutta la squadra, capace di coprire tutto il campo. Una Lazio, quindi, sul modello olandese o forse un Olanda sul modello Lazio, visto che le innovazioni tattiche di Maestrelli risultano quanto meno contemporanee alla Nazionale orange.

La Rosa

Portieri: Avagliano, Moriggi, Pulici, Rezzonico. Difensori: Di Chiara (I), Facco, Labrocca, Martini, Oddi, Paris, Petrelli, Polentes, Tinaburri, Trobiani, Sambucco, Wilson. Centrocampisti: Amato, Borgo, Ceccarelli, D’Amico, Frustalupi, Inselvini, Manservisi, Mazzola (II), Nanni, Re Cecconi, Tripodi. Attaccanti: Castellucci, Chimenti, Chinaglia, Chirra, Franzoni, Garlaschelli. Allenatore: Maestrelli.

Curiosità

La Ennerre. Il brand “NR-Ennerre” nasce nel 1972 grazie all’idea di Nicola Raccuglia, fondatore, oltre che della società di abbigliamento sportivo, anche del logo nel quale sono rappresentate le sue iniziali. La maglia prodotta dall’Ennerre è un modello classico realizzato ed utilizzato per un decennio da molte squadre italiane (vedi Catanzaro, Napoli, Perugia, Avellino, ecc.) a tinta unita, con colletto e polsini dello stesso colore della maglia e con una righina bianca all’interno di essi. I numeri da gara sulle maglie dell’Ennerre varieranno nel corso degli anni, passando da quelli classici in plastichina venata già visti sulla maglia dello scudetto, a quelli disegnati con lo storico font tondeggiante, modello Nazionale inglese Anni ’60, dapprima prodotti in materiale similpelle e poi successivamente in cotone applicato sulle divise con la famosa cucitura a “zig-zag”

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