LA MAGLIA
Anche per la stagione 1970/71 la tonalità cromatica tradizionale del celeste è sostituita dall’azzurro tendente al blu. Diverse sono le divise utilizzate dalla Lazio in questo campionato (ricordiamo anche le mute azzurre firmate dalla Umbro), ma quella maggiormente indossata è simile a quella della precedente annata: di colore azzurro scuro con ampio colletto e polsini bianchi. I numeri delle divise da campo si presentavano in feltro (o pannolenci) dalla forma particolarmente allungata e tondeggiante. La fornitura azzurra nella variante con i lacci verrà utilizzata anche dalle seconde linee biancazzurre della “De Martino” campione d’Italia 1970/71, in una versione simile a quella della prima squadra (senza lacci) e numero in pelle cucito. Queste casacche sono realizzate dalla Venjulia, un maglificio di Trieste che si occupava di vestire diverse Nazionali italiane tra le quali quelle di calcio, atletica leggera, basket e sci (erano i tempi della “valanga azzurra”). Sembrerebbe proprio l’azzurro “Olimpic” a comparire sulle divise della Lazio nelle stagioni 1969/70 e 1970/71. Da segnalare, infine, che, per la prima volta nel campionato italiano di Serie A 1970/71, una particolare muta della Lazio si fregia del logo del “diamante” stilizzato, simbolo dell’Umbro, già visto nel torneo Anglo-Italiano della precedente stagione. Per diverse partite del campionato italiano, per il derby di Coppa Italia e per il trionfo in “Coppa delle Alpi”, vengono utilizzate le divise dell’Umbro in due colorazioni: la divisa bianca con collo a girocollo e polsini blu della precedente stagione e la versione azzurra con collo a girocollo e polsini bianchi. I numeri bianchi sono in materiale tipo cotone, cuciti sul tessuto con tecnica a fitto “zig-zag”.
La prima maglia della "De Martino"
Nelle grafiche la prima maglia utilizzata dalla "De Martino" che, a differenza della prima squadra, sceglie spesso la casacca dai colori tradizionali. In origine il campionato "De Martino" è un torneo riservato alle squadre di Serie A, in cui le stesse possono utilizzare i giocatori di riserva scarsamente impiegati in prima squadra o i titolari reduci da infortuni e bisognosi di riprendere il ritmo partita. È inoltre l'occasione per i migliori giovani del vivaio per proporsi al pubblico, per farsi conoscere, per giocare, magari con qualche più illustre compagno, senza dover subire troppo l'emozione dell'esordio ed il peso delle responsabilità. Gli eccessivi costi di gestione portano però alla soppressione del torneo che vede la sua ultima edizione nella stagione 1970/71.
La stagione
La spina dorsale della squadra è sul viale del tramonto e mancano i ricambi. La campagna acquisti non è all’altezza del tanto atteso salto di qualità. Arrivano giocatori di seconda fascia che Lorenzo accetta a fatica. Il campionato è tra i più deludenti. Nonostante due delle cinque vittorie totali arrivino nel finale del torneo ad alimentare la speranza della salvezza, la sconfitta in casa per 1-0 contro il L.R. Vicenza consegna ai biancocelesti le chiavi della Serie B. Il 25 giugno 1971 la Lazio vince la Coppa delle Alpi, battendo il Basilea per 3-1, con doppietta di Chinaglia.
La Rosa
Portieri: Di Vincenzo, Fiorucci, Moriggi, Sulfaro. Difensori: Andreuzza, Barbieri, Caroletta, Carratoni, Facco, Legnaro, Papadopulo, Perotti, Polentes, Wilson. Centrocampisti: Chinellato, Dolso, Ferioli, Forti, Governato, Magherini, Manservisi, Marchesi, Marchetti, Mazzola (II), Nanni, Papi. Attaccanti: Chinaglia, Fortunato, Massa, Mariotti, Morrone, Tomy, Vulpiani. Allenatori: Lorenzo, (poi subentrato per le fasi finali, Coppa delle Alpi) Lovati.
Curiosità
La Venjulia: Angelo Torda, il prezioso factotum della Lazio di Lenzini e titolare della ditta romana“Tuttosport articoli sportivi”, si prende da alcuni anni il compito di fornire le divise alla Lazio. Alcune mute vengono commissionate alla Venjulia (storico maglificio di Trieste) e vengono spesso abbinate all’altra fornitura tecnico-sportiva per le uscite europee della Umbro; difatti i pantaloncini ed i calzettoni con il logo inglese del “diamante” sono sovente indossati insieme alle maglie Venjulia. Il risultato è un assortimento misto fornito per la stessa partita. Riguardo al colore delle maglie ci siamo chiesti come mai la Lazio utilizzava una colorazione azzurro scura invece del celeste tradizionale. Difficile dare una risposta. Chiedendo agli eredi di Angelo Torda ci è stato risposto che probabilmente il maglificio Venjulia, presso il quale la Tuttosport commissionò le maglie della Lazio, lavorava prevalentemente con i tessuti di colore azzurro “Olimpic” utilizzati per tutte le divise degli atleti e delle squadre nelle varie discipline sportive in cui gareggiava l’Italia. E forse quel tipo di colorazione della Nazionale italiana venne predisposto anche per le casacche della Lazio delle stagioni 1969/70 e 1970/71 per questioni di praticità.